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RADIOFECCIA

by Calogero Incandela

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1.
Disagio 04:08
Ti alzi e giri per la casa la cognizione del tempo ce l'hai tutta sfasata apri il frigo e c'è solo un frammento di un pezzo di formaggio e ti senti già a disagio stai a fissare dove si perde via la ferrovia era meglio non uscire solo un cane che ti fa compagnia non trovi mai un passaggio e ti senti già a disagio torni a casa la lavatrice si è guastata vorresti che nel bidet ci fosse un fiore e un bignè vuoi qualcosa che ti dia un po' di coraggio sta arrivando un nubifragio e già ti senti a disagio e domani te ne vai in campagna solo per pensar e ritrovar te stesso un luogo il più possibile dimesso ma poi pesti uno scarafaggio e ti senti già a disagio ma si accomodi gradisce un caffè una fetta della torta grazie solo un assaggio prego vada non l'accompagno perché già sa dov'è la porta e ti senti già a disagio ovunque, qualunque cosa fai o se stai fermo oppure sei in viaggio sei a disagio perché ovunque c'è disagio quantunque c'è disagio e quindi c'è disagio
2.
dignità, per molti è un concetto relativo si adatta un po' come un preservativo quella che si adatta a te non ho capito ancora sai qual'è povertà, di idee di soldi oppure di valori adesso che la guardo dal di fuori solo adesso vedo che esprime la bruttezza che c'è in te ricordo quella sera lì sul porto altro che il romanticismo l'imbarazzo invidiavi gli yot dei ricconi dicevi che ero il mozzo dov'è che è la radice del disprezzo da quale tua narice sale il puzzo e adesso sì che dici che hai svoltato e gli altri fanno parte del passato e così, vi par che gli altri han tutti i vostri mali e le vostre incrostazioni cerebrali e così convinti poi che son tutti dei falliti tranne voi sempre lì, a far quelli strani e quasi criminali pur di non ammetter di essere banali ma che delusione che alla fine mi cadete nel cliché sempre in mezzo al vizio e come mai d'improvviso sembri quasi spirituale sì però sei solamente materiale e questo non lo sai senza mai impegnarsi proprio in niente ti ubriacavi e sniffavi solamente tutti lì a leccare culi grati per sentirvi in fondo più integrati fanculo a voi, e fanculo infine anche a me stesso compro merda e canzonette ho come resto che per quello che sarà di me cos'altro mai ne resterà
3.
A che fermata è il mattino è andata via anche la luce le speranze son ridotte al lumicino prendo il treno la sera e poi mi chiedo a che fermata è il mattino il viaggio in treno mi dà una sensazione un non so che di indefinito e di vago anzi ancor più che vago direi vagone non c'è da vantarsi se rappresenti un brutto esempio per amici e parenti e con quelli con cui uscivi è finita li incontri e vedi che hanno ormai un'altra vita e qualunque cosa non fa per te e ti vengono anche i brutti pensieri quando ti trovi intorno i ferrovieri seduto sulla banchina la risacca è sempre lì a risciacquare passa un cefalo e mi guarda stupito sputa a terra e si rituffa nel mare così finanche Bologna ora non ti sembra più come un tempo c'è come una sensazione di un qualche cosa che si vada perdendo gli amici tuoi che han vissuto lì adesso sono andati tutti via e quasi quasi ti viene la malinconia psycho drogati e disonesti e imbecilli tutt'intorno a te ci son troppe merde la misantropia ti fa compagnia tra la stazione e il lungomare e più niente lì in stazione stai a guardare il binario stai diventando troppo stazionario certo devi colmare questo divario seduto sulla banchina la risacca è sempre lì a risciacquare storie andate e riportate dal mare, quelle che nessuno vuole ascoltare
4.
Schifezza man e dai la colpa a tutto il mondo del fatto che sei una schifezza man e quindi poi disperi e dici che nessuno pensa a te ma oramai lo sa chiunque che non ti importa di nessuno e di niente perciò nei luoghi di ritrovo poi ci ritrovi te da solo chi parla troppo di amicizia vuol stare dove sente odore di soldi la mentalità di merda dei quartieri asfissiati e balordi per poi stare sempre a pianger miseria fai pietà e alla gente gli pare male però è solo l'interesse approfittarsi e malaffare com'è che ci si sente ora che quando urli più nessuno ti ascolta com'è che ci si sente ora che più nessuno ormai ti apre la porta perché chi si fida di te perché chi mai parla con te perché ti senti scaltro ma in te tu sei una schifezza man e quando ti sei preso il pitbull ed eri sempre che lo bastonavi così cresce più aggressivo almeno questo è quello che dicevi però si è traumatizzato si nascondeva e stava sempre a scappare l'han ritrovato investito al bordo della strada statale dici tutti ti ammirano ma chi son questi tutti se non hai amici gli scarafaggi per la strada di notte si portano via i frammenti di quel che dici e il tuo cervello gira in folle in un circolo vizioso e confuso la negatività che ti porti appresso e ti senti sempre solo e sperduto com'è che ci si sente ora che quando urli più nessuno ti ascolta com'è che ci si sente ora che più nessuno ormai rti apre la porta perché chi si fida di te perché chi mai parla con te perché ti senti scaltro ma in te tu sei una schifezza man
5.
da una finestra dentro all'ospedale guardi fuori la gente che sta male e non capisci più se è più malato chi sta fuori o chi è ricoverato e tu che sei il perdente tra i perdenti che ti perdi tutto pure i sentimenti sarà forse pure il malumore vai perdendo il senso del pudore la situazione mi ha affossato e cerco qualche cosa di concreto e c'è chi mi indica la luna ma ha il dito infilato nel di dietro e il degrado di questa città dei rapporti tra la gente che ci sta e di notte cosa vuoi vedere un quartiere di immondizia a di macerie con lo spumante già sventato e con il rischio di attentato che bella festa già si spaccan le bottiglie sulla testa ecco che si è tutto ribaltato adesso è l'attentato che è sventato e al contrario tutto d'improvviso è lo spumante che è attentato persino i topi delle fogne vengon fuori dai tombini e vanno a frotte vestiti a cazzo e profumati e già si credon d'essere i re della notte mentre te ne stai tutto in disparte e guardi attorno facce ormai sconvolte e ti arrivano gli inviti per feste di rincoglioniti spari e fuchi d'artificio e la città va tutta a fuoco e vaneggio e ho la speranza che un altr'anno andrà ancor peggio con chiunque parlo sento brutte cose costretti a correr coi bastoni tra le ruote che gli tolgono il traguardo di davanti e ad ogni giro sono sempre distanti e ci mancavano gli artisti arrivisti sempre più aggiornati furbi e opportunisti come banderuole al vento van girando ad ogni moda del momento paraculi privi di argomenti e si credono gli interpreti dei tempi a far slogan citazione e scopiazzare neanche spuntano e già sono andati a male
6.
Cerume 02:30
il cerume ha un gusto amaro alla sera mentre tento di scavare nell'orecchio ma non tanto un minatore più una pulce nell'orecchio il cerume ha un gusta amaro mentre scavo ancora a sera e mi sento più invischiato e ci perdo finanche lo stivale il piccone che vi affonda non capisci più se scava ma anch'io un giorno o l'altro troverò la vena d'oro mentre scavo nel cerume della cava dell'orecchio e ne riempio via carrelli che sospingo poi alla luce boccheggiando tra antichi ritornelli neanche con la dinamite attutita dal cerume che dal fondo a sera viene e che un poco mi appartiene così giorno dopo giorno mi sento anch'io cerume cos'è mai questo fruscio MI7 ecco arriva un nuovo amico: il cottonfioc
7.
u sei un ragazzo sfortunato perché ti han regalato un incubo tu sei un ragazzo sfortunato perché non c'è niente che è limpido sì quando poi rientri tardi trovi gli scarafaggi i tuoi soli amici nella casa in cui alloggi e poi mangi con loro a tavola a cena a consolar la tua pena non li disinfestare con chi altri puoi stare sotto ad ogni tappeto ci hai trovato sporcizia vendette rancori e inimicizia se poi c'è chi vuole incastrarti dentro nei suoi deliri e di nessuno più ti fidi e poi pure una confidenza ti si ritorce contro per chi cerca il punto per colpire più a fondo per chi vomita addosso a chi non c'entra niente senza neanche guardare a come ci si sente è la storia di sempre meglio gli incubi allora che ti fanno svegliare e allora tutto avrà più senso e vedrai un film in cui la catarsi corrisponde a cacarsi e puoi guardarti dentro in quel che non sai il meglio a cui aspirare è il disastro totale quando non c'è più niente da recuperare guarda questo paesaggio che ti prende per mano non ti sembra un peccato nell'entroterra lontano pensare ancora al passato di pensar positivo tutti lo sanno dire ma non gli frega niente e non ti sanno capire tutti che fanno a gara a chi parla di più senza dir niente e tu sei il deficiente ti dicon credi ai tuoi sogni e tu nel mentre ti infogni ti rubano anche le mutande vedrai meglio gli scarafaggi almeno si stanno zitti e puoi guardarti dentro in quel che non sai quali grandi emozioni in realtà puttanate per imitar vite falsificate ecco il nuovo romanzo di deformazione nuova degenerazione tutti degenerati andrebbero rieducati
8.
guarda quanti muffin e caffè ma io scoppio dentro di me a sentir l'odore sento già più male ma devo pagare per cacare c'è il codice d'accesso per il cesso lo danno lì al bistrot della libreria chic per la gente bene ma da dentro me scappa un “prot” perché i cessi pubblici ormai non ci sono più e in seduta sospesa si riuniva la città e contribuivi anche tu prodotto interno lordo è una risorsa girava l'economia questa potenzialità adesso dove andrà ormai va perduta per la via mentre intorno a me sento parlare di discipline orientati e libri di ricette vegetali non fa puzza l'ano del vegano
9.
rientro tardi stanco e assai dimesso mi appare come una mummia dal buio dell'Ingresso mentre salgo per le scale non voglio più pensare se sto bene o se sto male lei mi ha detto che con me non ci esce e che sono un ignorante e che faccio puzza di pesce ma non sono uno studente e mi manca sempre il tempo mi faccio il culo al ristorante ma mi torna l'allegria quando salgo fin lassù nell'appartamento dei pazzi e la tristezza fugge via e già non ci penso più nell'appartamento dei pazzi puoi vederlo quello che c'è rimasto che ascolta Marco Masini nel suo letto sempre sfatto ma non sa che non conviene di restare ancora con un piede nella fossa da cui si viene e quell'altro sta davanti a facebook questa qui me la son fatta va dicendo a tutti quanti e mi son fatta pure questa fa discorsi deliranti e poi spacca la finestra ma sotto i portici e i palazzi nell'appartamento dei pazzi io ci torno tutti i giorni e quando il sole è dietro i monti con gli altri ti confronti commentando i siti porni dal paese sono andato via di là ma non di certo per sfizio ma per necessità vai alle mostre e parli di arte e di università tanto ci hai le spalle coperte ma mi torna l'allegria per cui mi sa che vado via dall'appartamento dei pazzi e ogni quattro settimane sene vanno a buttane nell'appartamento dei pazzi
10.
son contento sai perché, perché non ci pensi più tanto a me perché ti stai emancipando infin da me tu dicevi avrò successo ma io non ci avrei scommesso se non finirò emigrante o sotto un ponte perché in fin dei conti sono un lapardeo in fin dei conti sono un lapardeo perché in fin dei conti sono un lapardeo in fin dei conti sono un lapardeo prima c'era il prete mancato il playboy narcisista il santone e il fanatico strumentista e io che non so fare niente come mi vuoi collocare e mai che te ne trovassi uno normale io che in fin dei conti sono un lapardeo in fin dei conti sono un lapardeo io che in fin dei conti sono un lapardeo in fin dei conti sono un lapardeo senza scarpa in fondo a una scarpata più pensavo e più ero confuso la situazione qui non è cambiata a questa festa io son lo sconosciuto io lo so che faccio il buffone però dentro sono triste perché perché in fondo sono triste dentro me ho incubato quella notte su faccende mal risolte ti ho svegliata e hai detto con chi cazzo ce l'hai perché non lo sai che sono un lapardeo in fin dei conti sono un lapardeo

credits

released November 13, 2016

Calogero Incandela: chitarra acustica, voce
Dario D'Alessandro: basso, synth
Davide Di Giovanni: tastiere
Daniele Di Giovanni: batteria
Dario Lo Cicero: flauto in 05. eigenharp pico in 10
Daniele Crisci: chitarra solista in 01

Testi e musiche di Calogero Incandela
Supervisione missaggio e grafica Dario D'Alessandro
Batteria registrata da Marco Monterosso

A Giancarlo
che quando ha dovuto assumere posizioni consone non si è mai mostrato troppo accondiscendente

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Calogero Incandela Bagheria, Italy

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